Sarai
come me – Il beato P. Pio da Pietralcina e Teresa Musco. E' il
titolo del libro che don Andrea Tubiello pubblicò nel 2001, per i
tipi dell' Editore Terzo Millennio, sulla figura di Teresa Musco e
sui suoi rapporti con l'esperienza mistica delle stimmate di Padre
Pio (vedi anche post del 11 dicembre 2013).
A
dieci anni di distanza, e in occasione del suo giubileo diaconale (7
Dicembre 2011), don Andrea ha
rimaneggiato il testo del suo libro per aggiornarlo alla 'positio' di
Teresa Musco e alla canonizzazione di San Pio da Pietrelcina. Al testo Egli ha aggiunto anche alcune pagine interessantissime riguardanti la storia e il Diaconato Permanente nella Diocesi di Aversa
Proponiamo
alla lettura alcuni brani significativi della Premessa e della
Introduzione alla nuova edizione del libro, che tra l'altro don
Andrea ha voluto offrire ai navigatori del portale dei Diaconi della
Diocesi di Aversa nel formato per e-book e scaricabile nella sezione
dei download.
Teresa
Musco nacque a Caiazzo (CE), il 7 giugno 1943, da Salvatore Musco e
da Rosina Zullo. Fu battezzata, nella Chiesa Parrocchiale di S.
Pietro, il 13 giugno 1943, e fece la prima Comunione per le mani di
Mons. Pasquale Mone, l’8 maggio 1951. Teresa annotò nel suo
“diario” che quello fu il più bel giorno della sua vita.
In
casa erano ben sei figli. L’unica sorella, Dorina, è ora Suora
della Carità.
Le
ristrettezze familiari si ripercossero in lei dalla più tenera età.
A
nove anni, una strana malattia la costrinse a letto e poiché si
manifestavano periodicamente delle suppurazioni in varia parti del
corpo, doveva, di volta in volta, sopportare i tagli del chirurgo, i
quali, col passare degli anni, assommarono a più di cento.
Questo
martirio si protrasse sino all’età di venticinque anni. Nel 1968
fu costretta a lasciare la casa paterna e a trasferirsi a Caserta.
Sin
da bambina, si era consacrata al Signore, offrendo le sue sofferenze
per la conversione dei peccatori, offerta ricambiata dalla
Provvidenza col dono di una particolare partecipazione alla Passione
di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nella
notte tra il giovedì e il venerdì santo del 1969, a ventisei anni,
le Stimmate divennero visibili, manifestandosi in profondi fori a
sezione romboidale, attraversanti sia le mani che i piedi;
contemporaneamente, il costato presentò una squarcio impressionante.
Visse gli ultimi anni sommersa da dolori fisici e morali, che
talvolta parevano schiacciarla e che lei, con l’aiuto della grazia
riusciva coraggiosamente, non solo a sopportare, ma anche a
nascondere a chi le viveva vicino.
Si
spense a 33 anni, alla stessa età di Gesù, così come aveva tante
volte predetto, sin da quando era giovinetta.
Le
note dominanti della vita di Teresa Musco, che l’accomunano a
quella del Beato P. Pio da Pietrelcina, sono costituite dall’amore
ardente verso Gesù, suo Sposo celeste, e verso la Beata Vergine
Maria, sua Mamma celeste, dall’eroica carità verso il prossimo e
dal provare grande gioia nella sofferenza, offerta, con amore, per la
salvezza delle anime. Teresa era veramente innamorata della croce di
Gesù. Ciò la disponeva interiormente alla pratica dell’umiltà,
della pazienza, della carità verso tutti, del perdono, della
comprensione, della mortificazione del proprio corpo, ch’ella
definiva “il mio asinello”; le accresceva il desiderio di stare
sempre in comunione con Dio, attraverso la preghiera, la meditazione
sulla Passione di N. S. Gesù Cristo e, soprattutto, con la
partecipazione al Sacrificio Eucaristico, nutrendosi alla Mensa della
Parola e del Pane di vita.Nella sua breve esistenza (33 anni, come
Gesù), Teresa veramente correva “con perseveranza nella corsa,
tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della
fede, senza stancarsi e perdersi d’animo” (Cfr. Eb 12, 3),
disprezzando le vanità terrene e le sollecitazioni della carne,
rivolgendo, con vivida speranza, tutta la sua mente e tutto il suo
cuore verso “le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla
destra di Dio” (Cfr. Col 3, 1), sulla base di una fede incrollabile
nella realtà di Dio, Uno e Trino, nella Incarnazione del Verbo di
Dio, nel seno purissimo della Beata Vergine Maria, per opera dello
Spirito Santo, nella passione, morte e resurrezione di N. S. Gesù
Cristo, Unigenito di Dio, nella Santa Chiesa cattolica e nei suoi
sacri ministri, verso i quali nutriva una santa ed edificante
devozione.
“Cristo
è ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre, qui, in terra,
tutte le tribolazioni, che noi sopportiamo, come sue membra” (Cfr.
S Agostino, Discorsi, Uff. lett. Ascensione di N.S.G.C.),
prolungando, così. fino alla fine dei tempi, la sua opera di
redenzione, servendosi di noi, sue membra, appunto. “Cristo,
infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi... Egli non
abbandonò il cielo discendendo fino a noi; e nemmeno si è
allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo” (cfr. Op.
cit. ibidem) Il Signore Gesù, quindi, è qui, tra noi e sceglie le
anime più disposte ad aiutarlo nell’opera di redenzione
dell’umanità. Tra queste anime predilette, c’è Teresa Musco,
cui S. Pio disse: “Tu, un giorno, sarai come me” (Cfr. Diario
1/11/1950, pag 1288). Teresa, all’età di diciassette anni, rivolta
a Gesù, diceva: “Fammi salire sulla tua stessa croce, fammi bere
il tuo stesso calice. Non risparmiarmi niente di quanto possa far
bene alla mia anima...; io ho messo a disposizione tutto il mio corpo
e la mia volontà, affinché tu ne faccia quello che vuoi” (Cfr.
Diario 15/10/1960, pag. 1581), e la Madonna le assicurava: “Io sono
accanto a te, per reggerti ed aggiustarti sulla croce” (Cfr. Diario
20/10/1960, pag. 1583). Possiamo dire, dunque, senza tema di
esagerare, che, veramente, Teresa diventò come S. Pio, sulla terra,
poiché la profezia dello stesso santo frate si avverò alla lettera.
Teresa
comprese, come S.Pio, il mistero della croce e il segreto della
gioia, riposto nella sofferenza. Ella ebbe, sin dall’inizio della
sua vita un’attenzione particolarissima, da parte di Gesù e della
SS. Vergine Maria, poiché doveva svolgere un ruolo privilegiato
nella “vigna del Signore”, in quanto chiamata a collaborare, come
vittima immolata, come ostia, offerta per la salvezza delle anime dei
peccatori, specialmente dei sacerdoti. Fu una chiamata speciale
quella di Teresa, una chiamata alla sofferenza più acuta, nel dolore
fisico e morale più intenso e continuo. La risposta di Teresa fu
generosa, spontanea e gioiosa. Teresa si preoccupava solo di non
essere in grado di tener fede agli impegni presi col suo Sposo
celeste. Per questo pregava incessantemente, affinché il Signore la
sostenesse, dandole la forza sufficiente a compiere la sua volontà,
fino in fondo, perché solo nel compiere la volontà di Dio, Teresa
trovava la sua gioia e la sua pace, anche se le costava tanta, tanta
sofferenza.
Teresa
Musco è dono e testimonianza realistica dell’amore di Dio
all’umanità. Cristo risorto e asceso al cielo “non ci ha
lasciato orfani” (Cfr. Gv 14, 18), ci ha mandato il suo Spirito
Paraclito, il Consolatore e compie le sue meraviglie attraverso anime
elette, come Teresa Musco, vittima d’amore.
Andrea Tubiello tra i Vescovi Angelo Spinillo e Mario Milano nel giorno del giubileo diaconale |
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