Don
Andrea Tubiello ama affidare alla scrittura la narrazione di alcune
esperienze di vita che si configurano come testimonianza
significativa ed esortazione alla vita cristiana. E' una modalità
della sua catechesi e della sua comunicazione di fede che egli
utilizza soprattutto quando ritiene che quelle esperienze abbiano
valori di esemplarità e meritino di essere approfondite per la
conoscenza e l'edificazione spirituale.
La
più recente delle sue narrazioni, che si aggiunge alle altre della
sua notevole produzione agiografica, riguarda la vita di Anna
Attanasio Ciriello zelatrice di Santa Rita da Cascia illustrata per
la sua esemplare e portentosa vita devota.
Don
Andrea ha scritto un libro di un centinaio di pagine che si avvale
della la prefazione di Angelo Spinillo vescovo di Aversa e che è
stato recensito e commentato da Geppino De Angelis sul periodico
aversano Nero su Bianco del 17 Maggio 2015.
Di
questo libro don Andrea ha messo a disposizione una copia digitale
(ebook) che si può scaricare dalla pagina del Coordinamento dei Diaconi della Diocesi di Aversa da lui curata.
Di
seguito leggiamo l'introduzione di mons. Angelo Spinillo e poi il
commento di De Angelis raggiungibile con un link.
INTRODUZIONE
Devo
un grande ringraziamento al Diacono Professor Andrea Tubiello per la
generosa pazienza che ha avuto con i miei tempi. È vero, ha atteso a
lungo questa semplice pagina di introduzione allo scritto in cui ha
voluto condividere con gli amici, che saranno i suoi lettori,
un’intensa esperienza della sua vita. A tutti, credo, avviene di
incontrare una persona che lascia un segno profondo nella propria
vita, che orienta in maniera decisa il suo, proprio cammino.
Così
è avvenuto per il Professore Andrea Tubiello che viene a narrarci
l’incontro ed il cammino nella fede, che egli ha potuto
provvidenzialmente sviluppare anche grazie alla particolare presenza
ed alla vicinanza della Signora Anna Attanasio Ciriello.
“Un
incontro voluto dal Signore”, afferma il Professore Tubiello, che,
rileggendone gli sviluppi, a distanza di anni, lo riconosce come, “un
nuovo punto di partenza provvidenziale, per una nostra rinascita
spirituale”.
Il
libro, che ora ci presenta il Professore Tubiello, ha, per questo, le
caratteristiche proprie di un racconto. Un racconto si distingue da
una biografia perché questa si presenta come un lavoro di ricerca
storica, sviluppato con l’attenzione al vagliare con criterio
scientifico ed oggettivo le fonti e le testimonianze. Al contrario,
il racconto è una narrazione più libera e più immediata, vuole
essere coinvolgente e mette facilmente in dialogo il narratore con il
lettore. Un racconto non si ferma ad analizzare dati e situazioni, ha
piuttosto l’obiettivo di stabilire un’intesa più diretta tra il
narratore e coloro cui egli si rivolge, mira alla possibilità di
comunicare e di arrivare a condividere le scelte di vita, i
sentimenti e i giudizi di valore. Molto più di una biografia, il
racconto è espressione di un desiderio dell’autore di comunicare e
condividere con gli interlocutori ciò che egli ha sentito e ciò che
egli vive, ciò che sente palpitare nel suo cuore e nel suo animo.
Nel racconto, infatti, mentre si parla di persone o di vicende su cui
si vorrebbe concentrare l’attenzione del lettore o
dell’ascoltatore, in realtà si narra del proprio rapporto con quei
protagonisti e si parla della propria vita in relazione a quelle
situazioni. Nel racconto, in definitiva, si narra la propria storia:
ciò che si crede, ciò in cui si ha fiducia, ciò che si ama, ciò
che affascina e coinvolge tutta la propria persona e orienta i
pensieri, i giudizi, le scelte, i sentimenti.
Il
racconto, allora, che il professor Tubiello ci presenta, è come un
voler condividere la certezza, scoperta nell’incontro e nella
continuità dell’amicizia con la Signora Anna, che la ricchezza di
vita di fede apre la povera realtà quotidiana al dialogo con il
soprannaturale e ne resta illuminata di bontà e di carità. È il
racconto del desiderio di condividere l’esperienza di un vivere
quotidiano, semplice
e
anche segnato dal bisogno, ma capace di un sicuro orientamento alla
verità e alla fedeltà al bene, al senso della personale dignità di
esseri umani e di credenti che confidano in Dio.
La
Signora Anna Attanasio Ciriello ha vissuto un’esperienza di fede
molto intensa e caratterizzata da una particolare devozione a Santa
Rita da Cascia. In realtà, come ci racconta il professore Tubiello,
più che di devozione dovremmo parlare di un rapporto diretto, di
dialogo e di amicizia tra la Santa e la Signora Anna. Santa Rita da
Cascia è vissuta tra il 1381 ed 1457, beatificata nel 1628, fu
canonizzata nell’anno 1900. È facile pensare che, proprio in
conseguenza della canonizzazione, avvenuta nel corso dell’anno
giubilare, all’inizio del ‘novecento, la devozione del popolo a
questa
santa
sia cresciuta particolarmente. In quel tempo la Signora Anna era una
bambina di dieci anni, già orfana di padre, e viveva, con la mamma
ammalata e la sorella più piccola, in condizioni di disagio
e
per il sostegno offerto da uno zio. Certamente la diffusione della
devozione alla “Santa dei casi disperati” coinvolse la piccola
Anna, ed è lei stessa a dirlo, “da quando stavo all’Istituto S.
Agostino in Aversa, dove sono stata fino alla quinta elementare”.
Certamente
colpisce, nel racconto del Professore Tubiello, il rapporto che la
Signora Anna testimonia di avere con Santa Rita da Cascia, fino ad
essere vicina a Lei, partecipe dei momenti in cui la Santa
interviene, si rende presente nella vita di tanti ammalati o
bisognosi e, con la sua preghiera di intercessione, ottiene
guarigioni insperate e sostiene la vita e la fede di tanti. Questo
rapporto, così intenso, della Signora Anna con Santa Rita colpisce
la nostra immaginazione e la nostra logica di fede, ma, in fondo non
sorprende.
Non
sorprende perché la grazia che salva l’umanità è sempre un dono
mirabile, un dono che, anche in segni prodigiosi, testimonia la
presenza di Dio e della sua provvidenza nella vita dell’umanità.
Il
miracolo, infatti, non è manifestazione di un particolare potere
posseduto da qualcuno per dominare la realtà, ma, piuttosto il
miracolo è il segno della partecipazione del credente all’opera di
Dio che, solo, è creatore e signore della vita. Il miracolo, il
prodigio, ciò che appare straordinario è un segno della
misericordia di Dio, un segno della grandezza del dono della vita
che, se ordinariamente si sviluppa nelle mirabili leggi della natura,
è, in realtà, ben più grande della stessa regolarità dei
meccanismi dell’universo, e può esprimersi in forma ancora più
meravigliosa e liberante per l’umanità.
Anche
il Professore Tubiello, come egli stesso ci narra, vive con
consapevole ammirazione il poter riconoscere che nella devozione
della Signora Anna per Santa Rita c’è un’intensità di fede e di
speranza nella presenza di Dio che apre, alla povertà dei bisogni
umani, la meraviglia di un bene più grande.
Per
i credenti il miracolo non è mai stato la sola ricerca di una
soluzione ai bisogni e alle povertà della corporeità, ma è stato
sempre la testimonianza della possibilità di contemplare la bellezza
e la grandezza di una vita orientata alla speranza e ad un fecondo
amore alla verità ed al bene, ovvero al vivere nella fiducia che
affida se stessi, e la salvezza di tutti i fratelli, alla potenza
dell’amore di Dio.
Con
fraterna gratitudine al Professore Tubiello, al suo esemplare
coraggio nel narrare il suo intenso cammino nella fede, maturato
sulla scia della testimonianza di preghiera e di devozione vissuta
dalla Signora Anna Attanasio Ciriello, accogliamo l’invito a vivere
con semplice consapevolezza la verità della nostra nullità e ad
aprire l’anima ad una fiduciosa adesione alla presenza di Dio e dei
suoi Santi per crescere con speranza nell’obbedienza alla sua
volontà, all’unica grandezza che può illuminare e salvare il
mondo.
5
Febbraio 2015
†
Angelo Spinillo
Vescovo
di Aversa